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Altri sette trasferimenti immediati per sette minori non accompagnati: è quanto disposto dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, a seguito dei procedimenti avviati da Still I Rise in collaborazione con Refugee Law Clinic Berlin. Dopo lo storico risultato senza precedenti per l’isola di Samos, conseguito a gennaio insieme a GCR e ASGI, Still I Rise continua la sua battaglia per togliere quanti più minori da una situazione di continua violazione dei diritti umani fondamentali e di degrado costante delle loro condizioni di vita.

Con questi nuovi provvedimenti, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo riconosce ancora una volta nell’hotspot di Samos la violazione dell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che sancisce il divieto di tortura e di trattamenti degradanti. Una volta emessa l’indicazione, il governo greco è obbligato a trasferire con una soluzione immediata i minori coinvolti in strutture appropriate: ad oggi, però, nonostante l’indicazione di trasferimento suggerita dalla Corte sia in tempi brevi dalla decisione e nonostante l’ultimo dei 7 procedimenti sia stato approvato lo scorso 9 aprile (il primo ha data 16 marzo), i minori non sono stati ancora spostati in un luogo sicuro.

Le condizioni di vita nel campo sono intanto sempre più drammatiche: come sottolinea anche una ricerca realizzata da Human Rights Watch, l’isola non è sufficientemente preparata a fronteggiare un’eventuale epidemia di COVID-19 e le misure intraprese per contrastare l’emergenza sono del tutto inadeguate, volte a proteggere primariamente la popolazione residente a Samos, piuttosto che i profughi. A Samos vige un regime di lockdown parziale. Tutti i servizi nella città di Vathy dedicati al supporto e all’assistenza dei migranti sono chiusi, creando fortissimi disagi che si accumulano a quelli già esistenti, a partire dall’igiene: da quando i servizi di docce del centro città – pensati per i migranti dalle associazioni locali – hanno chiuso per le disposizioni governative anti COVID-19, le persone difficilmente riescono ad accedere alla più elementare pulizia personale. In molti, inclusi minori non accompagnati, sono costretti ad andare nel bosco intorno all’hotspot per i propri bisogni fisici. Tutto questo contravviene anche alle disposizioni della Corte per i 7 MSNA interessati dalle interim mesaures, per i quali era stato richiesto che venissero provvisti di kit igienici adeguati per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

A pagare il prezzo più alto di questa situazione sono sempre i minori, che vivono in un contesto psicologico sempre più devastante: continuano a essere frequenti gli atti di autolesionismo e tentativi di suicidio.

Still I Rise continuerà a segnalare alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo i casi dei ragazzi più vulnerabili, nel tentativo di salvarne quanti più possibile da un contesto che rischia di compromettere in modo irreversibile l’integrità psicologica e fisica dei minori. (Comunicato stampa)

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