Infanzia sospesa
In Sud Sudan, essere bambini significa spesso crescere da soli. Oltre 500.000 minori hanno perso uno o entrambi i genitori, secondo i dati più recenti delle Nazioni Unite. In un Paese segnato da guerre civili, crisi sanitarie e carestie cicliche, il fenomeno dell’orfanità assume proporzioni drammatiche, trasformando l’infanzia in una corsa quotidiana alla sopravvivenza.
I numeri raccontano una crisi profonda: un bambino su quattro nei contesti di conflitto risulta orfano e oltre 55.000 minori non accompagnati sono stati registrati nei campi profughi. Un dato allarmante riguarda anche la fascia d’età: il 35% ha meno di cinque anni, e il 52% sono bambine, spesso esposte a forme multiple di sfruttamento e abuso.
Le cause
Le cause principali dell’orfanità in Sud Sudan sono chiare. Il conflitto armato è la prima, responsabile del 38% dei casi, seguito da malattie infettive (29%) e da un tasso di mortalità materna tra i più alti al mondo: 1.223 decessi ogni 100.000 nascite, secondo la Banca Mondiale. Un dato che riflette la fragilità del sistema sanitario: solo il 19% dei parti avviene in strutture assistite, e il 42% delle donne incinte è malnutrita.
I bambini che perdono la madre hanno tre volte più probabilità di morire prima dei cinque anni. Per molti, la morte della madre coincide con la fine di ogni possibilità di protezione.
Vita quotidiana
Secondo l’UNHCR, il 15% degli orfani vive in famiglie guidate da minori, spesso fratelli maggiori di 14 o 15 anni. A Juba, capitale del Paese, si contano oltre 12.000 bambini di strada. Il 40% degli orfani affidati a parenti vive in condizioni di insicurezza alimentare.
L’accesso all’istruzione resta un privilegio: solo il 26% degli orfani frequenta la scuola primaria, e appena l’8% arriva alle superiori.
Il tasso di abbandono scolastico tra gli orfani tocca il 63%, con punte del 71% tra le bambine, costrette spesso a lavorare o a sposarsi precocemente. A ciò si aggiungono ostacoli strutturali: tasse scolastiche informali, distanze eccessive dalle scuole, mancanza di supporto psicologico e attacchi armati alle strutture educative (126 scuole colpite tra il 2023 e il 2024).
Rischi sanitari e sfruttamento
L’orfanità espone i minori a un alto rischio sanitario. La mortalità sotto i cinque anni raggiunge i 96 decessi ogni 1.000 nati vivi tra gli orfani, contro i 78 dei coetanei con almeno un genitore in vita.
La malnutrizione acuta colpisce il 18%, mentre la prevalenza dell’HIV è quasi doppia rispetto ai non orfani (4,1% vs 2,3%). Sul fronte della protezione, il quadro è altrettanto critico: oltre 4.200 orfani sono stati reclutati con la forza in gruppi armati, il 23% delle bambine ha subito violenza sessuale, e il 34% è stata sposata prima dei 15 anni.
A questo si aggiungono vulnerabilità specifiche: il 9% degli orfani presenta disabilità fisiche o cognitive, e il 72% dei minori smobilitati da gruppi armati risulta orfano.
L’urgenza di un intervento
La situazione in Sud Sudan è il risultato di anni di conflitti e fragilità istituzionale, ma soprattutto di una carenza strutturale di politiche efficaci a tutela dell’infanzia. Essere orfani non è un fatto privato: è una questione pubblica, che tocca il diritto all’educazione, alla salute, alla protezione. Per questo Still I Rise è pronta ad aprire, proprio a Juba, una Scuola di Emergenza pensata per i bambini e le bambine più vulnerabili, in particolare anche per tutti quei bambini e bambine che non hanno più una famiglia.
Fonti: ACLED (2024) WHO (2024) World Bank (2024) UNMISS (2024) UNESCO (2024) UNICEF (2024) Global Partnership for Education (2024) Human Rights Watch (2024) WFP (2024) UNAIDS (2024)UN Women (2024) Plan International (2024) IOM (2024) UNHCR (2024) NRC (2024)